Diventare un’abbazia
Con decreto del 25 maggio 2024, festa del grande papa benedettino San Gregorio VII, nel suo venticinquesimo anno di fondazione il Priorato di San Benedetto in Monte è stato elevato allo status di abbazia. I monaci sono profondamente grati a tutti coloro che hanno contribuito al raggiungimento di questo traguardo e, in particolare, all’Abate Primate dell’Ordine di San Benedetto, il Rev.mo Dom Gregory Polan, O.S.B., e i suoi collaboratori, all’Arcivescovo di Spoleto-Norcia, S.E.R. Mons. Renato Boccardo e, soprattutto, al fondatore e priore emerito del monastero, il Rev. Dom Cassiano Folsom, O.S.B. L’Abate Primate ha dichiarato: “Essendo quello benedettino il primo ordine monastico nella storia della Chiesa, è giusto che ci sia un’abbazia in questa città”. |
Cos’è un’abbazia?
I monaci sono lieti di condividere vari testi preparati e pronunciati nel periodo dell’elevazione abbaziale, nell’estate 2024, che spiegano ciò che significa spiritualmente e simbolicamente essere un’abbazia nella tradizione benedettina. Tra questi c’è la presentazione dei nuovi stemmi e l’omelia di Padre Cassiano per la benedizione abbaziale: “Avere un abate significa che noi abbiamo un padre”. Clicca qui per scaricare il fascicolo L’arcivescovo del luogo, Mons. Boccardo, durante la sua prima visita all’Abbazia ha osservato: “Vedo in questa nuova abbazia un dono prezioso che il buon Dio fa alla nostra Chiesa locale”. |
Lo stemma dell’Abbazia
Da un lato il monte con croce, serpente a forma di esse e gigli, insegna dei Celestini, congregazione benedettina che abitò per oltre tre secoli l’antico monastero di Norcia presso il quale l’attuale comunità di San Benedetto in Monte venne inizialmente accolta nel 2000; dall’altro lato il tronco della quercia reciso con un nuovo ramo che cresce, simbolo della rinascita. Lo stemma è completato dagli elementi araldici propri di una abbazia, la mitra e il pastorale con sudario, e dal motto Nova facio omnia (“Io faccio nuove tutte le cose”). Queste parole tratte dal libro dell’Apocalisse (Ap 21,5) sono la risposta di Cristo allo stupore dell’uomo davanti alla nuova Gerusalemme che appare in tutto il suo splendore. |
Il nuovo abate
Il 28 maggio 2024, la nuova abbazia ha eletto Dom Benedetto Nivakoff, O.S.B. come proprio primo abate. Si tratta del primo abate a Norcia dal 1792, quando morì l’Abate Benedetto Cipriani, anch’egli omonimo del Santo. Il nuovo abate e i monaci sperano sinceramente che questo importante avvenimento spirituale possa segnare un incremento del desiderio di Dio per gli abitanti di Norcia così come per tutti coloro che, da molte parti del mondo, si uniscono ogni giorno alla preghiera del monastero. Il 29 giugno, festa dei Santi Pietro e Paolo, il vescovo James Conley ha benedetto solennemente il nuovo abate. Di seguito sono riportate altre foto della benedizione abbaziale. |
Lo stemma del Padre Abate
La figura principale nello stemma è la manus Dei, antico simbolo dell’iconografia cristiana. Essa è mostrata nell’atto di uscire da un candido nimbo trascendente, evocando così l’intervento di Dio nel mondo. La figura si ritrova spesso presente, fin dai tempi antichi, nelle rappresentazioni della scena del sacrificio di Isacco, quando l’intervento di Dio ferma Abramo dall’immolare suo figlio. Dallo stesso episodio biblico deriva il motto scelto dal Padre Abate: Deus providebit (“Dio provvederà”, Gn 22,8). La montagna su cui si posa la mano divina ripropone la sagoma del Monte Patino, ai cui piedi sorge l’antica città di Norcia; l’acqua marina alla sua base fa riferimento ad un episodio significativo del vissuto personale dell’Abate. Il monte e le acque richiamano inoltre le figure presenti nello stemma dello Stato di New York, assumendo così anche un significato di omaggio alle origini statunitensi dell’Abate stesso. |