il 30 ottobre abbiamo ricordato il quinto anniversario del terremoto che ha distrutto l’antico monastero in città e ha messo la nostra comunità monastica in cammino lungo un nuovo sentiero sulle pendici del Monte Patino, in un luogo permeato di grande spirito monastico e non troppo distante (anche se un po’ più di quanto avremmo voluto) dalla casa natale di san Benedetto e dalla città di Norcia con i suoi abitanti.
Clicca qui per continuare a leggere. Ora che le mura del monastero si stanno alzando, è possibile camminare nei luoghi in cui i monaci mangeranno, dormiranno, studieranno e pregheranno
In un discorso del 1849 sulla missione cattolica, il cardinale Newman dice: “costruite su fondamenta antiche e sarete al sicuro: non cominciate niente di nuovo, non fate esperimenti… per non far vergognare nella vecchiaia vostra Madre (la Chiesa)”. Sebbene Newman non fosse un benedettino, qui enuncia un principio caro al cuore del monaco: la fedeltà alla propria storia è garanzia di stabilità per il futuro. Mentre le mura del nuovo monastero tornano ad elevarsi proprio sul perimetro di quelle antiche (con l’aggiunta di qualche nuova tecnologia antisismica), noi monaci cerchiamo sempre, per quanto possibile, di rispettare ciò che è accaduto qui prima del nostro arrivo. Siamo così sicuri che i frati che abitavano qui secoli fa avessero scelto male la posizione del refettorio e della cucina? Proviamo e vediamo. Come possiamo giudicare senza nemmeno provarci? Questo stesso spirito di riverenza per il passato ci ha spinto a riprendere la tradizione della visita annuale alle monache benedettine di Norcia, sulle orme del nostro fondatore. Ricorderete come l’incontro serale dei santi gemelli Benedetto e Scolastica fu prolungato dalla pioggia. Per noi invece non c’erano nuvole in vista, ma tanto buonumore. Una buona pizza e una birra ancora migliore (Nursia!) ci hanno trattenuti insieme dopo la lunga pausa imposta dalla pandemia. Sappiamo che molti di voi stanno ancora soffrendo per le conseguenze materiali e spirituali della pandemia. Tutti possiamo vedere come il mondo e la Chiesa stiano attraversando grandi prove. Possa la buona notizia delle ordinazioni sacerdotali di Dom Agostino Wilmeth e Dom Bernardo Baca, testimoniata dalle foto allegate, portare un po’ di consolazione e gioia nei vostri cuori. In Cristo, Dom Benedetto Nivakoff, O.S.B. Priore Le tradizionali cornici di pietra sono state recentemente installate sulle finestre del primo piano del nuovo monastero.
Cari amici,
Per molti agosto è il tempo dedicato alle vacanze, o almeno ad un po' di otium. Vengono alla mente le parole del filosofo Josef Pieper: "La celebrazione del culto divino è la più profonda delle sorgenti che alimentano il tempo libero". E il culto, dice, “o è qualcosa di dato, di preordinato, oppure non esiste affatto”. Nel vero culto, lo spirito di contemplazione ti permette di dimenticare ciò che è meramente necessario o utile, e permette all'anima di elevarsi, "di essere rapita nell'amore della realtà invisibile attraverso la visibilità del primo e ultimo sacramento: l'incarnazione". Una vacanza senza contemplazione è una vacanza a cui manca l’essenziale. Il Vangelo che per secoli è risuonato nella festa dell'Assunzione non potrebbe esprimere meglio l'essenza di questo spirito di otium e contemplazione. "Marta, Marta! Maria (che semplicemente è rimasta ad ascoltare) ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta". Ciò che dà al vero culto (e al vero otium) un orientamento eterno e un effetto duraturo, è che non ci può essere tolto. Il vero culto pone la propria anima ai piedi di Cristo, come Maria. Ogni violento tentativo di troncarlo produce solo una reazione contraria: Marta è stata rimproverata! Il cristiano, come il monaco, è chiamato ad avere un atteggiamento di otium anche quando lavora, per poter orientare ciò che fa a quel principio ultimo che ne costituisce il senso. In questi mesi qui a Norcia abbiamo cercato di applicare questo atteggiamento alla nostra vita quotidiana. Anche se non tutti abbiamo il pollice verde, ci siamo fatti una cultura riguardo alle piante e agli alberi aggiungendo cipressi, cespugli e nuove zone erbose all'interno del monastero. Molte delle nostre capre hanno dato alla luce dei capretti a cui stiamo cercando di insegnare (con risultati altalenanti) a mangiare le erbacce nel grande bosco che ci circonda. Luglio ha portato con sé la festa estiva di San Benedetto, e per la prima volta abbiamo ricevuto qui in Monte la Fiaccola Benedettina, arrivata da molto lontano grazie ad un gruppo di corridori. La fiamma della fiaccola ci ricorda che si giunge alla pace solo attraverso la purificazione. Il grande patriarca dei monaci sapeva che non ci sarebbe potuta mai essere pace all'interno del monastero senza la conversione personale dei monaci. Centinaia di persone sono venute al monastero per i primi vespri della festa, che si sono conclusi con un po' di Birra Nursia per rallegrare il cuore. In quest'ultimo mese molti ci hanno scritto per esprimere il loro sostegno e la loro gratitudine per la vita liturgica del monastero. San Benedetto invita i monaci a "non preferire nulla all'opera di Dio", e dice che "non devono preferire nulla all'amore di Cristo". Questo criterio ha formato generazioni di monaci nella consapevolezza che la Fede in Cristo e la vita di preghiera sono intimamente connesse. Che anche noi possiamo seguire il loro esempio, condividendo la luce di Cristo ovunque regnino ancora le tenebre e il dubbio! In Cristo Dom Benedetto Nivakoff, O.S.B. Prior i muri esterni di quelle che saranno la sacrestia e la sala capitolare a breve verranno rivestiti con pietre locali.
La Chiesa restaurata del Monastero in monte presenta ora una nuova decorazione in marmo, colonne corinzie decorative e un dipinto dell'Incoronazione.
E se ci fosse una felicità e una pace che superano di gran lunga ciò che in questo mondo viene considerato felicità? E se tutto ciò di cui abbiamo veramente bisogno per ottenerla fosse solo desiderarla più delle sue mediocri imitazioni?
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