Con la speranza che quest'anno porti cose buone a voi e ai vostri cari, assieme alle nostre preghiere abbiamo il piacere di trasmettervi dalle pendici di Norcia quest'ultima newsletter per illustrarvi, tra gli altri sviluppi appassionanti, l'inaugurazione della neo-restaurata chiesa del monastero Santa Maria della Misericordia; resa possibile dalla generosità di tante persone in tutto il mondo. ![]()
Dopo le fondamento si iniziano a costruire i primi muri per il ripristino dell'antico convento che diverrà il monastero adiacente la chiesa.
La chiesa del Monastero di San Benedetto in Monte, dopo anni di lavori di restauro e grazie alle innumerevoli e generose donazioni da tutto il mondo, ha riaperto nel Natale 2020.
Il pozzo del monastero, in corso di opera, che fornirà l'acqua alla comunità, è stato benedetto dal Priore lo scorso 26 agosto.
Buona Festa dell'Assunzione!
Auguriamo a voi e alla vostra famiglia una benedetta Festa dell'Assunzione, vi inviamo questa newsletter per aggiornarvi sulla vita in montagna. In Cristo, I Monaci di Norcia Con la betoniera si versa il cemento per lo strato di fondamenta sottostante il pavimento interno della chiesa. in primo piano si vedono gli scavi appena effettuati dove verranno realizzate le prime fondamenta del nuovo monastero adiacente alla chiesa.
11 maggio 2020: una nuova campana viene montata sopra la chiesa del monastero del XVI secolo. Clicca sulla foto per visualizzare un breve video.
A seguito dell'allentamento delle misure restrittive da parte del governo italiano in merito all'isolamento, riprendono i lavori di ricostruzione del Monastero di San Benedetto in Monte. Qui vediamo gli operai che posano le ultime tegole in terracotta sulla chiesa.
San Benedetto ci esorta: "Mantieni ogni giorno la morte davanti ai tuoi occhi". In questo spunto tratto dal quarto capitolo della Regola del nostro patrono, ci viene ricordato che Dio è il Signore supremo della nostra vita, anche se la Sua presenza non è sempre evidente. In modo paterno anche san Benedetto ci chiama a piangere per i nostri peccati nel timore del giudizio futuro. La realtà della morte e del giudizio ci ricorda di confidare nella sola misericordia e giustizia di Dio, mentre l'oblio della morte può portarci a fare affidamento su noi stessi e sulle soluzioni del mondo ai nostri problemi.
Durante la pandemia di coronavirus, la vita per i monaci di Norcia (tutti sani al 30 marzo) continua come al solito, con alcune eccezioni. Ogni mattina, durante la solenne Messa conventuale abbiamo aggiunto preghiere contro la pestilenza. Nel pomeriggio, procediamo attraverso la proprietà con le reliquie della Vera Croce pregando per la liberazione da "peste, carestie e guerre", così come gli antichi che sapevano che queste tribolazioni spesso sorgevano insieme. In particolare nelle nostre preghiere ci sono molti dottori e infermieri che si stanno sacrificando molto - e molto rischiano - per mantenere in vita gli altri e riportarli in salute. La nostra regione, l’Umbria, ha una scarsa densità di popolazione, quindi i casi di coronavirus intorno a noi sono meno numerosi che nel nord Italia. Sappiamo che questa situazione potrebbe mutare rapidamente. Un cambiamento notevole per noi è stata la totale assenza di visitatori della cappella. Sebbene Norcia sia fuori dalle strade di grande comunicazione, siamo fortunati nel poter condividere spesso la nostra vita - l'Ufficio cantato e la Santa Messa - con i visitatori. Le misure adottate dal Governo per il contenimento dell'epidemia precludono questa condivisione confinando ciascuno nella propria casa. Il nascondimento dal mondo assume, così, un simbolismo quasi sacramentale durante questa straordinaria crisi. Per secoli non è stato possibile vedere da vicino i misteri dell'altare. In alcuni secoli, nei momenti più importanti della Messa venivano tirate delle tende. Ancora oggi, le solenni preghiere di consacrazione sono dette nei toni più bassi - un sussurro - mentre si svolge il mistero della liturgia. Il nascondimento intrinseco alla Messa (con un'iconostasi nel rito bizantino) è stato, in qualche forma, comune a tutti per centinaia di anni; ha evocato il mistero. Nella nostra epoca, che richiede di vedere per credere, Dio ci offre la possibilità di riscoprire il mistero - il mistero dell'efficacia invisibile della Messa (2 Cor 4,18). Dobbiamo fare affidamento su una medicina invisibile per la nostra ultima salvezza di fronte a questa minaccia invisibile. Una delle più grandi benedizioni del monastero negli ultimi anni è stata la nuova vita monastica nata nella prova. Molti monaci ricevettero l'abito e fecero professione nel periodo successivo ai terremoti del 2016. Ora i nuovi monaci perseverano in mezzo alla pandemia. Ad esempio, nella festa dell'Annunciazione un giovane novizio ha emesso i voti semplici. Sebbene non vi fossero fedeli laici, una vasta schiera di monaci, angeli e santi erano lì a guardare. Una nevicata primaverile ha portato un ulteriore senso di imprevisto all'evento rendendo il Vangelo della festa ancor più preveggente: “nulla è impossibile a Dio". Ogni giorno diventa più chiaro che insieme soffriremo per qualche tempo delle conseguenze fisiche, economiche, psicologiche e spirituali del coronavirus. Dovremmo essere disposti a imparare le lezioni che Dio vuole insegnarci. Pretendere che Dio restituisca ciò che abbiamo perso è una grande tentazione. Nella tragedia Dio immette semi di nuova vita. Dobbiamo innaffiarli con le nostre preghiere (sia visibili che invisibili), i nostri sacrifici e, forse, anche le nostre vite. La morte, però, non ha l'ultima parola. Dom Benedetto Nivakoff, O.S.B. Priore |